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LA COLLEZIONE DI MOBILI MONGOLI

Dall’assetto stabile e imponente, che quasi contrasta coi suoi colori in libertà, è forse il mobile etnico che porta in casa più allegria e fantasia!


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Le esigenze d’arredo delle popolazioni asiatiche del Nord - siano esse quelle nomadi o quelle più stanziali della Mongolia Interna (ovvero della regione che oggi fa parte della Repubblica Popolare cinese) - erano molto semplici. I capi di vestiario erano pochi, così come le vettovaglie, e dunque l’unico mobile importante presente in ogni abitazione (sia essa la yurta piuttosto che la casa in muratura) era la dispensa per il contenimento del cibo. Ovvero il mobile doveva contenere granaglie che dovevano essere conservate per i lunghi periodi invernali

Strutturalmente dunque la madia Mongolia era una cassa grande e piuttosto alta, con un uno o più vani, che però si differenziava dal baule poiché era appoggiata su supporti per tenerla rialzata da terra. Insomma, un cassone su gambe (4, 6 o anche 8 gambe!) che si apriva esclusivamente dall’alto! Il fronte dunque, come per i bauli, era una superficie unica che non aveva né ante, né cassetti: un pannello da dipingere e trasformare in quadro!

Ecco dunque che l’unico vezzo decorativo era quello di laccare e decorare la facciata, rendendo così la cassa un variopinto e personalissimo oggetto. La madia mongola ha mantenuto negli anni questa struttura, anche quando questa tipologia di contenitore si è evoluta in credenza dall’apertura frontale. Infatti nel XIX secolo queste casse furono modificate dai proprietari per renderle più idonee alle mutate esigenze: l’apertura dall’alto fu sigillata, il pannello di chiusura frontale fu aperto a guisa di sportello (anta singola o doppia antina) e il “grembiule” decorativo sotto il pannello trasformato in cassetto. Anche le credenze mongole più recenti conservano comunque sempre nel loro DNA la struttura e l’estetica dello loro antica origine: il fronte è sempre dipinto con un tema decorativo unico (anche quando il pannello è suddiviso in due antine) .

Gli altari e le cassapanche mongole erano utilizzati come piani d’appoggio per il culto domestico prima ancora che per il contenimento di oggetti.

I mobili mongoli hanno prevalentemente decoro floreale, e le lacche policrome hanno talvolta accostamenti audaci al limite del kitsch. Tuttavia alcune cassapanche rosse monocromatiche sono particolarmente sobrie, anche perché il tono della lacca è particolarmente caldo e tende quasi al bordeaux.

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